spaventati, disorientati, ora depressi o inclini all`ira, ora fiduciosi nella solidarieta` collettiva, stiamo attraversando la pandemia come fossimo in mezzo a un mare tempestoso, cercando di resistere nella speranza di arrivare presto a un approdo. ma come sara` quel porto? migliore o peggiore di quello da cui siamo partiti? e come saremo noi, alla fine del viaggio? sarebbe desolante se ad attenderci ci fosse la realta` di prima. al tempo stesso, non possiamo pensare che il futuro si faccia da se`, per inerzia: il futuro e` il tempo della fiducia, per questo va attivamente progettato e nutrito. dobbiamo allora coltivare la fantasia, far leva sulla nostra forza immaginativa per riparare cio` che si e` incrinato dentro di noi e intorno a noi, nelle relazioni, nella vita quotidiana, negli spazi di lavoro. e lo dobbiamo fare soprattutto per le giovani generazioni, cui va restituito il diritto di sognare e di guardare avanti senza timore. come spiega paolo crepet in queste pagine ricche di passione, occorrono curiosita` e audacia: uno sguardo curioso ci permette di notare i dettagli, di scoprire che in ogni storia, per quanto minuscola, e` contenuta una metafora; un atteggiamento audace ci aiuta a sfidare le correnti del conformismo e i freni di chi ha interesse a mantenere invariato lo `status quo`. la costruzione del futuro, pero`, passa anche attraverso un maturo impegno collettivo, perche` da soli si puo` avere un`idea, un`intuizione, ma al nuovo si arriva solo quando le persone si incontrano, si incoraggiano, si confrontano e si criticano, arricchendosi a vicenda. quando il virus sara` sconfitto lascera` una cicatrice interiore che ci accompagnera` per molto tempo. per questo dobbiamo reagire, fin da adesso. facendo emergere la forza propulsiva e trasgressiva che e` dentro di noi, per riscoprire il senso piu` vero e profondo delle relazioni e dare forma a quello che sara` il mondo oltre la tempesta. solo cosi` potremo dire che questa ter |