in tutti i musicisti/scrittori o scrittori/ musicisti c`e` una vocazione a non fermarsi, a mutare forme e dimensioni per misurarsi con qualcosa di ignoto, di inedito. per molti non e` solo il passaggio dalla parola cantata a quella scritta (o viceversa): e` la ricerca di nuovi mondi, di spazi diversi. perche` le canzoni vanno veloci, vivono nell`immediato, creano una miniatura del mondo reale, un microcosmo da esplorare in poco, pochissimo tempo. tre minuti, all`incirca. macrocosmi sono invece i romanzi, mondi sconfinati in cui si intrecciano vite, storie, paesaggi, linguaggi. il rock e` l`attimo, mentre la letteratura ha bisogno di piu` tempo, anche di piu` pazienza, di un corteggiamento piu` convinto. tra gli autori di cui racconta marco denti c`e` chi ha scritto un libro e chi poteva evitarlo, chi ha narrato la propria autobiografia e insieme tutta un`era, chi scrivendo il proprio memoir ha smantellato un`intera carriera, chi ha varcato il confine tra il memoir e il romanzo, chi avrebbe potuto scrivere un romanzo e invece non l`ha mai fatto ma nelle sue canzoni ci sono piu` storie che in un`intera bibliografia, chi l`ha fatto per una causa, chi l`ha fatto senza motivo, chi per tornare indietro nel tempo, o per andare avanti, scegliendo tra una strada gia` tracciata e una storia sterrata. con, tra gli altri, patti smith, bob dylan, lou reed, stephen king, nick cave, bruce springsteen, william burroughs, jim morrison, leonard cohen, david byrne, hunter s. thompson, joni mitchell, willy vlautin, morrissey, billy corgan, chuck berry, jim carroll... |