gli spaccapietre cinesi, i braccianti macedoni, le badanti ucraine, i rider africani, i bengalesi nei cantieri navali, gli allevatori sikh. da una parte la necessita` delle aziende di competere a livello globale sui mercati, dall`altra la rivoluzione digitale, da un`altra ancora la possibilita` di usufruire di servizi e merci a prezzi bassi ci portano a nuove forme di schiavismo, piu` sottili, piu` opache, talvolta legalizzate. attraverso le storie e le testimonianze di questi lavoratori emerge un paese che utilizza gli schiavi perche` servono a tutti: ai padroni, ma anche ai consumatori che vogliono spendere meno, a chi si oppone agli sbarchi ? ma poi assume manovalanza in nero ?, a chi sostiene idee progressiste ? ma poi usufruisce di prodotti sottocosto grazie alla manodopera sottopagata. nessuno puo` chiamarsi fuori: ne` la politica, ne` i grandi sindacati, ne` le istituzioni, ne` i cittadini consumatori, ne` le aziende. neppure i migranti che spesso, una volta capito come funziona, diventano loro stessi sfruttatori dei propri connazionali. siamo tutti ingranaggi di questo meccanismo che sembra stare bene a tutti, ma mette tutti in pericolo. |