nei discorsi di guido, tonio viene a malapena nominato. e un figlio inquieto, vagabondo, omosessuale, che il padre fatica a contattare perfino quando deve dirgli che la madre e` malata e il tempo rimasto e` poco. del resto anche guido, per tonio, non andrebbe messo al corrente di nulla: neppure del suo dolore piu` grande. le loro strade si sono sempre incrociate a distanza, attraverso gli occhi degli altri, i discorsi riportati, i racconti che risalgono all`infanzia di uno o alla giovinezza dell`altro. eppure sono padre e figlio, e i tratti del viso lo testimoniano: una somiglianza che per tonio, quando se ne rende conto, e` . entrambi sopravvissuti a chi amavano di piu` al mondo, tonio e guido sceglieranno ostinatamente di non cercarsi, resistendo. almeno finche` e` possibile. perche` quando ormai non c`e` piu` nulla da chiedere - sembra suggerirci alessandro de roma con una voce schietta e profondamente intima - anche chi si e` sempre detestato puo` deporre le armi. guido e tonio sono padre e figlio, ma la sola cosa che hanno in comune e` il cognome. per due come loro, abituati a rispettarsi soltanto nel rancore reciproco, l`unico modo per non farsi del male e` rimanere lontani. mentre guido sceglie di trascorrere con sua moglie la quotidianita` di ogni giorno, tonio, dopo tanto girovagare per il mondo, conosce nicola e se ne innamora. nicola per tonio diventa il centro di ogni cosa: l`amore capace di dar senso a un`esistenza passata a nascondersi, un amore che guido, se solo sapesse, non accetterebbe mai. padre e figlio vorrebbero invecchiare accanto alla persona che amano piu` di ogni altra. ma non hanno fatto i conti con l`imprevedibilita` beffarda del destino. un romanzo capace di restituire, d`un tratto, l`unica bellezza possibile: c`e` sempre modo di fermarsi e scegliere di ascoltare. |