odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. e un antico cratere, ora pieno d`acqua: e` il lago di bracciano, dove approda, in fuga dall`indifferenza di roma, la famiglia di antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli. antonia e` onestissima, antonia non scende a compromessi, antonia crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacita` di tenere alta la testa. e gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. alla banalita` insapore della vita, a un torto subito gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinita` muta. sono gli anni duemila, gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane, vicino c`e` solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un`esistenza priva di orizzonti. |