c`e` chi si indispettisce, come l`alchimista che all`inizio del settecento, infierendo sulle sue cavie, crea per caso il primo colore sintetico, lo chiama e si lascia subito alle spalle quell`incidente di percorso, rimettendosi alla ricerca dell`elisir. c`e` chi si esalta, come un brillante chimico al servizio del kaiser, fritz haber, quando a ypres constata che i nemici non hanno difese contro il composto di cui ha riempito le bombole; o quando intuisce che dal cianuro di idrogeno estratto dal blu di prussia si puo` ottenere un pesticida portentoso, lo zyklon. e c`e` invece chi si rende conto, come il giovane heisenberg durante la sua tormentosa convalescenza a helgoland, che probabilmente il traguardo e` proprio questo: smettere di capire il mondo come lo si e` capito fino a quel momento e avventurarsi verso una forma di comprensione assolutamente nuova. per quanto terrore possa, a tratti, ispirare. e la via che ha preferito benjamin labatut in questo singolarissimo e appassionante libro, ricostruendo alcune scene che hanno deciso la nascita della scienza moderna. ma, soprattutto, offrendoci un intrico di racconti, e lasciando scegliere a noi quale filo tirare, e se seguirlo fino alle estreme conseguenze. |