l`okjokull, un ghiacciaio che da tempi immemorabili si ergeva su quasi venti chilometri quadrati di suolo islandese, oggi e` una misera striscia di ghiaccio inerte, e nei prossimi duecento anni potrebbero essere dichiarati morti anche tutti gli altri ghiacciai dell`isola. ma prima di allora, sulla terra intera, i nostri figli e nipoti vivranno gia` in un ambiente molto diverso da quello di innumerevoli generazioni del passato: l`aumento delle temperature e del livello dei mari e lo stravolgimento chimico delle loro acque provocati dalle attivita` umane avranno distrutto ecosistemi millenari, potenziato uragani e inondazioni, eroso terre abitabili e coltivabili e costretto a migrazioni di massa le specie viventi, compresa la nostra. e allora perche` restiamo immobili, o quasi? forse perche` quei cento o duecento anni non li sentiamo cosi` vicini, e perche` gli appelli allarmati degli scienziati sul o sulla non riescono a toccarci cognitivamente ed emotivamente: resteranno rumore bianco finche` il passato collettivo, i miti, la fantasia non consegneranno loro un`anima, consentendoci di interiorizzarne un`immagine e un significato. e questo il compito che si e` dato andri sn?r magnason, un narratore che alla scienza e all`attivismo ambientale ha dedicato la vita. intrecciando storie di famiglia, conversazioni future tra figlie e pronipoti, interviste al dalai-lama, incursioni nella poesia scaldica e in quella romantica, scoperte di nessi inaspettati, come quello tra au?humla e kamadhenu, mucche ancestrali di mitologie tra loro lontane, "il tempo e l`acqua" i dati scientifici, li immerge nel patrimonio culturale comune per investirli di senso, e aiutarci a fare un piccolo passo piu` in la`. |