nel 1955 il quattordicenne emmett till lasciava la sua casa di chicago per andare a far visita ai parenti in mississippi. sarebbe tornato alcune settimane dopo, cadavere: ucciso nel modo piu` barbaro perche`, cosi` avrebbero sostenuto i suoi carnefici, aveva fischiato a una donna bianca. la madre di emmett, mamie, decise di lasciare la bara aperta perche` tutto il mondo vedesse che cosa era stato fatto a suo figlio, e la vicenda - come pure il processo che ne segui` - trovo` spazio su tutti i giornali, a livello nazionale, facendo di emmett till e della sua morte un`icona della stagione dei diritti civili. se la storia di emmett e` ben nota, c`e` pero` un lato oscuro nel passato della sua famiglia, che viene menzionato solo di rado. dieci anni prima, nel 1945, il padre di emmett, louis till, era stato condannato a morte da una corte marziale per stupro e omicidio, e infine impiccato. in "scrivere per salvare una vita", john edgar wideman parte alla ricerca di louis till, una vittima silenziosa della (in)giustizia americana. e ricostruisce con un misto di malinconia e rabbia la doppia tragedia di un padre e di un figlio, raccontandone le storie insieme per la prima volta. come gia` in "fratelli e custodi", un`accurata ricerca storica si fonde a ricordi personali e slanci immaginativi, portando il memoir a vette difficilmente eguagliabili e tessendo un dialogo insieme doloroso e salvifico tra vivi e morti, passato e presente. |