per poche altre figure della lirica italiana novecentesca si puo` dire, come scrisse di vittorio sereni l`amico e critico pier vincenzo mengaldo, che . per il poeta di luino, infatti, la poesia era una divorante passione, vissuta senza falsi pudori; una passione fatta di attese, della capacita` di selezionare i componimenti, tanto che ognuno appare a noi inevitabile. come leopardi, come mallarme`, sereni concentra il suo estro su pochi testi, essenziali, derivati da una assoluta necessita` interiore e dotati di una impareggiabile finitezza formale. ma accanto all`esigenza di scrivere versi, sereni senti` altrettanto potente quella che egli stesso chiamava . dell`una e dell`altra produzione da` conto questo volume che riunisce integralmente le raccolte poetiche, da "frontiera" (1941) a "diario d`algeria" (1947) a "gli strumenti umani" (1965) a "stella variabile" (1981), la sua scelta di traduzioni "il musicante di saint-merry", i due volumi di prose, "gli immediati dintorni" e "la traversata di milano", infine un`ampia scelta di testi critici dedicati all`arte e alla letteratura. con uno scritto di pier vincenzo mengaldo. |