l` di omero e le di erodoto: due tra le piu` antiche opere di viaggio della letteratura occidentale, entrambe espressione del mondo greco, eppure straordinariamente diverse l`una dall`altra. il poema di ulisse tratteggia l`itinerario simbolico e introspettivo di un uomo alla ricerca di se stesso, ed e` la grande metafora che sta alle radici della letteratura occidentale e del nostro immaginario collettivo. le , invece, anche se permeate di informazioni favolose e poco veritiere, sono i resoconti delle ricerche e delle esplorazioni che erodoto ha effettivamente compiuto lungo le rotte e le strade del mediterraneo e dell`antico oriente. in omero, il mondo selvaggio, al di la` dei confini dell`egeo occidentale, popolato da maghe seduttrici, giganti cannibali e ciclopi, e` modello negativo di barbarie, contrapposto ai valori della civilta` greca: a questi ulisse, tra mille peripezie, e non senza indugiare, desidera infine fare ritorno. in erodoto, l`orizzonte geografico si allarga a luoghi lontani e meravigliosi - la libia, l`iran, il caucaso - e ai popoli che li abitano. lo storico li osserva con l`atteggiamento di un moderno antropologo, che non crede all`esistenza di valori assoluti e civilta` superiori, ma sa che "se si proponesse a tutti gli uomini di scegliere, tra tutte, le usanze migliori, ciascuno dopo un`attenta riflessione indicherebbe le proprie". eva cantarella ci accompagna tra luoghi fantastici, come l`isola dei feaci e il palazzo della maga circe, e regni realmente esistiti, come l`egitto e la persia. fra le sirene ammaliatrici da cui ulisse deve fuggire e gli ippopotami del nilo che erodoto racconta con curiosita` agli ateniesi, che non li hanno mai visti, l`autrice ci insegna a ricostruire una mappa, geografica e ideale al tempo stesso, dell`incontro e dello scontro fra civilta` e barbarie, di mondi diversi che imparano a conoscersi, e del percorso che l`uomo compie alla ricerca dell`uomo. |