spesso definiti come `l`epoca della espansione dell`europa nel mondo`, i secoli della cosiddetta eta` moderna, dalla fine del quattrocento alla fine dell`ottocento, sono stati raccontati come un processo di progressiva, inarrestabile estensione del modello di civilta` europea alle altre parti del pianeta. oggi, di fronte a rinnovati e non meno sconvolgenti processi di globalizzazione, la ricostruzione storica di quei secoli non puo` che farsi in maniera profondamente diversa. l`eta` moderna non e` la marcia trionfale dell`europa, dei suoi stati, della sue economia, dei suoi valori, ma e` il tempo di nascita dello spazio-mondo, attraverso la creazione di una serie di connessioni - politiche, economiche, culturali - che ora assumono una capillarita` e una costanza di funzionamento mai possedute in precedenza. e in questi secoli che cio` che accade nei caraibi o negli stretti delle molucche rimbalza rapidamente a londra o a lisbona, cio` che a istanbul decide il sultano piega e spiega il mediterraneo, cosi` come quello che a delhi progetta il grande imperatore moghul si irraggia in uno spazio che va dalla persia alle coste islamizzate dell`africa orientale. una storia che guarda alle connessioni non dimentica ne` gli spazi piu` tradizionali, ne` gli avvenimenti che vi si svolsero, comprendendo, ovviamente, in essi anche quelli dello spazio europeo. ma le connessioni di una storia globale non seguono la geografia dei continenti e i confini delle nazioni. li ridiscutono e li rimescolano, cercando di individuare attori e contesti che si fanno protagonisti delle differenti fasi storiche. e, sorprendentemente, questa ricerca, anche per secoli apparentemente lontani, mette allo scoperto geopolitiche che oggi ritroviamo attuali: la storia-mondo, dunque, come storia di lunga durata. |