rocco schiavone, vicequestore ad aosta, e` ricoverato in ospedale. un proiettile lo ha colpito in un conflitto a fuoco, ha perso un rene ma non per questo e` meno ansioso di muoversi, meno inquieto. negli stessi giorni, durante un intervento chirurgico analogo a quello da lui subito, un altro paziente ha perso la vita: roberto sirchia, un ricco imprenditore che si e` fatto da se`. un errore imperdonabile, uno scandalo clamoroso. la vedova e il figlio di sirchia, lei una scialba arricchita, lui, molto ambizioso, ma del tutto privo della energia del padre, puntano il dito contro la malasanita`. ma, una sacca da trasfusione con il gruppo sanguigno sbagliato, agli occhi di rocco che si annoia e non puo` reprimere il suo istinto di sbirro, e` una disattenzione troppo grossolana. sente inoltre una profonda gratitudine verso chi sarebbe il responsabile numero uno dell`errore, cioe` il primario dottor negri; gli sembra una brava persona, un uomo malinconico e disincantato come lui. nello stile brusco e dissacrante che e` parte della sua identita`, il vicequestore comincia a guidare l`indagine dai corridoi dell`ospedale che clandestinamente riempie di fumo di vario tipo. se si tratta di delitto, deve esserci un movente, e va ricercato fuori dall`ospedale, nelle pieghe della vita della vittima. dentro i riti ospedalieri, gli odori, il cibo immangiabile, i vicini molesti, schiavone si sente come un leone in gabbia. ma e` un leone ferito: risulta faticoso raccogliere gli indizi, difficile dirigere a distanza i suoi uomini, non puo` che affidarsi all`intuito, alle impressioni sulle persone, ai dati sul funzionamento della macchina sanitaria. e l`autore concede molto spazio alla psicologia e alle atmosfere. rocco schiavone ha quasi cinquant`anni, certe durezze si attenuano, forse un amore si affaccia. sullo sfondo prendono piu` rilievo le vicende private della squadra. e immancabilmente un`ombra, di quell`oscurita` che mai lo lascia, osserva da un angolo della strada li` fuori. |