si chiede landolfi in "des mois". d`altronde, per lui che dopo "un amore del nostro tempo" (1965) aveva abdicato alla di raccontare storie, non c`era altra scelta: questione di sopravvivenza. ma il punto e` un altro: quelli che landolfi chiama nulla hanno a che vedere con gli altrui elzeviri. sono infatti aguzzi e vertiginosi apologhi, aneddoti, memorie, dialoghi morali, visioni apocalittiche e tenebrosi incubi - come quello, indimenticabile, dello scrittore che offre la sua vita per salvare il figlio morente ma poi, atterrito al pensiero di lasciare incompiuta un`opera ormai matura, cede alla e lo lascia morire. elzeviri eccentrici, insomma: dove, catafratto di una lingua estranea, lucente e inscalfibile, ritroviamo tutto landolfi: le complicate architettate dagli uomini; il destino che ci vessa in modo ; i gravosi eppure ineluttabili doveri nei confronti delle persone che ; la che ci si rivela allorche` abbiamo sperimentato ; il diritto di por fine col suicidio a un . ne` poteva essere diversamente: gli altri scrittori - sono cioe` acquiescenti alla . non il radicale, disincantato, temerario landolfi. |