l`irrompere dell`immaginario, e dell`invenzione, il confessare, raccontare o scoprire se stessi, riaprire segrete ferite, esplorarle, scavare nel pozzo degli angoli bui di se` e degli altri, evocare e rappresentare ricordi, sogni, porre domande con o senza risposte, assecondare la propria nevrosi per trarne ora uno sfarzo stilistico, ora equilibri e bellezze formali. si scrive infine per indagare intorno a una verita`, aprire una finestra sul mondo, catturarlo attraverso una rappresentazione discorsiva, quando lo scrivere diventa necessita`, impegno per comprendere la vita, gettare luce sull`essere dell`uomo e su cio` che dentro e intorno a lui sta accadendo o e` accaduto. si scrive insomma in infiniti modi e con infinite aspirazioni. ma si scrive anche perche` si ha paura di essere dimenticati. scrivere e` un qualcosa che ha a che fare con il senso della vita. consapevole di tutti questi aspetti, gian luigi beccaria, studioso dello stile, si sofferma soprattutto sullo scrivere come lavorazione, e procede scavando tra esecuzioni e varianti di poeti e prosatori, da dante e pascoli a sereni e zanzotto, da cechov e proust a roth e murakami. |