in arpagone, il protagonista della commedia, l`avarizia ha soffocato ogni sentimento e offuscato ogni residuo barlume di coscienza. sordido, autoritario, egoista, egli progetta di sistemare i suoi due figli, elisa e cleante, secondo il proprio tornaconto, senza alcun rispetto per la loro volonta` e i loro affetti. il denaro e` il suo demone, il suo assoluto, la passione che io devasta. dietro la figura tradizionale dell`avaro, che molto deve a plauto, molie`re lascia intravedere un personaggio del xvii secolo, un ricco borghese parigino con l`anima del finanziere e dell`affarista che sara` propria dei suoi epigoni balzachiani, da grandet a mercadet. molie`re non e` un censore dei vizi ne` un pedante apologeta della moderazione: si limita a ritrarre gli uomini come sono, a disegnare campioni di dissennatezza, monomaniaci in bilico tra commedia e tragedia che suscitano il riso ma anche amare riflessioni sulla natura umana. |