leo non studia molto, ma e` bravo a scuola. non fuma tanto, ma un po` d`erba si`. ha una madre, margherita, che lavora come assistente sociale e un padre che e` stato matematico, e` stato intelligente, e` stato vivo l`ultima volta nel mare e poi e` scomparso tra le onde con il pigiama e le ciabatte. leo odia i pigiami, le ciabatte e non si fida piu` del mare, forse di nessuno. odia tutte le cose fino a quando nella sua vita non arriva florin, un ragazzino rumeno che non studia, non ha una casa, non ha madre ne` padre - o magari si` ma non ci sono - e si prostituisce. florin si prostituisce e la madre di leo decide di ospitarlo, sistemandolo nella camera del figlio, perche` l`appartamento e` piccolo e perche` . leo che non ha mai fatto l`amore con nessuno e florin che fa l`amore con tutti condividono la stessa stanza. leo pensa di odiare florin, che comunque e` meglio di una cosa, e` vivo. leo e` tutto cervello e florin e` tutto corpo: questo pensa leo, che racconta la storia. la "scimmia" lo chiama, come una delle tre scimmiette: iwazaru, quella che non parla. in realta` entrambi i ragazzi sono ancora forti di una fragile interezza, perche` sono adolescenti e hanno ferite profonde ma corpi e sentimenti giovani. comincia cosi`, tutta storta, l`avventura del loro viaggio a occidente, fra estraneita` e appartenenza: mistico per leo - in continuo contatto con un tribunale immaginario che cerca di convincerlo di avere ucciso il padre - e fisico per florin - in balia di uomini violenti in un mondo piu` violento ancora. "l`eta` straniera" racconta un mondo vocale: e` nelle voci che questa storia e tutte le storie si sviluppano - le parole di florin che mancano, quelle in cui leo si rifugia. |