"quando ho incontrato il commissario mio omonimo, confesso di non essere rimasto sorpreso. tra tanti suoi colleghi, prima o poi era normale che sbucasse fuori anche lui. piuttosto mi ha stupito la caparbieta`, l`ostinazione con cui l`ho visto viaggiare dall`egitto alla francia, dagli usa alla turchia, sempre devoto a un infantile sogno di giustizia, anzi, di una giustizia in versi. la sua patria, pero`, resta l`italia, mentre la sua specialita` sembra consistere nella difesa della vittima - vittima come figura sacrificale; svalutata, invisibile, rimossa. sulla scia degli illustri predecessori, il nostro eroe affronta i casi piu` diversi, attraverso una piccola ma nutrita enciclopedia del reato. microstorie e invettive, insomma. eppure, il vero filo rosso resta la riflessione su una legge che spesso, troppo spesso, tende a dimenticare i poveri diritti delle prede, prime fra tutte quelle inermi per eccellenza: donne, paesaggio e infanzia." |