l`impresa che simone moro ha portato a termine nell`inverno del 2018 e` emblematica di tutta la sua eccezionale carriera e, allo stesso tempo, segna una svolta. in oltre trent`anni di alpinismo, infatti, moro ha scelto di non concentrarsi sul cosa - vetta, quota, record... - ma sul come. ovvero sul senso di confrontarsi con la natura. un senso che ha trovato in due parole: "freddo" ed "esplorazione". le ascensioni in invernale gli hanno sempre consentito di inoltrarsi, oltre che nei luoghi, anzitutto nell`intimo di se stesso. si spiega cosi` perche` moro, scoprendo per caso che la yakutia, in siberia, e` la regione abitata in cui si raggiungono le temperature piu` basse del pianeta, abbia deciso d`impulso di andare a conoscerla per poi salire sulla sua cima piu` alta, il pic (o gora) pobeda. in questo libro si dipana il suo racconto che ha il sapore di un`avventura di jules verne o delle cronache di un grande esploratore. non e` banale preparare il viaggio in questa terra remotissima e mal collegata, per penetrare nella quale occorrono compagni motivati, una particolare attrezzatura per difendersi dal gelo e una guida che conosca le popolazioni locali. ma arrivandovi le sorprese superano la fantasia: distese di ghiaccio percorse da camionisti solitari, immense foreste, e anche tanta vita - cercatori d`oro e cacciatori di pellicce -, tanta "gelida normalita`" - chi vende al mercato pesce che si congela direttamente sul banco, chi non avendo un box riscaldato tiene il motore dell`auto acceso per tre mesi consecutivi - e tanta storia, come quella dei gulag e della orrorosa strada delle ossa. naturalmente, con simone moro e tamara lunger, non puo` mancare infine la conquista mozzafiato del pic pobeda, una vetta di 3003 metri che, tra il freddo e la difficolta`, li mette piu` alla prova di alcuni ottomila himalayani, coronando magnificamente un`impresa che e` una grande esplorazione del mondo e anche di se`. |