"e notte, ci sono due sposi." inizia cosi`, dalla notte, il racconto della giornata di uno sposo, che in ventiquattr`ore ripercorre i suoi amori, tenendo pero` sempre fermo - come punto di partenza e di arrivo - l`ultimo, quello incontrato in eta` matura. e alla sua sposa che la sera racconta un "fatterello", e a lei piace che quel fatterello riguardi uno dei suoi amori passati, la "delicata materia di cio` che e` gia` stato". quando si fa mattino, la sposa esce di casa per andare a insegnare e lui, rimasto solo - il suo mestiere e` scrivere articoli di giornale e comprare minerale di zinco sui mercati mondiali -, non smette di ricordare e di chiedersi: "dove ho imparato a dire ti amo?". mentre lavora, si occupa dell`orto, cucina, inforca la bicicletta, le ore della giornata scorrono, viene il pomeriggio e cala la sera, torna la notte, riemergono dal passato, con struggimento, con dolore, con dolcezza, la "mari marina marosa figlia del pesciaiolo", la padoan con la sua coda di cavallo, la patri e la luxemburghiana chiaretta, i cui fatterelli tanto piacciono alla sposa, e poi ida la bislunga. e attraverso di loro che lo sposo ripercorre il suo lungo "allenamento a dire ti amo ti amo ti amo" in questa giornata che sembra qualunque, e si scopre invece particolare. quanto piu` scende nel dettaglio, tanto piu` maurizio maggiani riesce nel miracolo di raccontare l`amore universale, nei gesti, nelle parole, nelle abitudini, nei turbamenti, scrivendo un romanzo intimo, mentre sullo sfondo nondimeno passano, attraverso la musica, il lavoro, gli oggetti, i valori, i nostri ultimi cinquant`anni. |