"gli uomini sono animali, e come tutti gli animali anche noi quando ci spostiamo lasciamo impronte: segni di passaggio impressi nella neve, nella sabbia, nel fango, nell`erba, nella rugiada, nella terra, nel muschio. e facile tuttavia dimenticare questa nostra predisposizione naturale, dal momento che oggi i nostri viaggi si svolgono per lo piu` sull`asfalto e sul cemento, sostanze su cui e` difficile imprimere una traccia. molte regioni hanno ancora le loro antiche vie, che collegano luogo a luogo, che salgono ai valichi o aggirano i monti, che portano alla chiesa o alla cappella, al fiume o al mare". robert macfarlane e` l`ultimo, celebrato poeta della natura, erede di una tradizione che da chaucer fino a chatwin e sebald e` capace di trasformare una strada in una storia, un sentiero su un altopiano in un viaggio nella memoria. riallacciando l`ancestrale legame tra narratore e camminatore, macfarlane compie il gesto piu` semplice, eppure oggi anche il piu` radicale: quello di uscire dalla sua casa di cambridge e iniziare a camminare, a camminare e osservare, a osservare e raccontare. battendo i sentieri dimenticati di inghilterra e scozia, l`antico "camino" di santiago, le strade della palestina costellate di checkpoint e muri di contenimento, gli esoterici tracciati tibetani, macfarlane riesce, come un autentico sciamano, a far parlare paesaggi resi muti dall`abitudine, a dare voce ai fantasmi che li abitano, a leggere i racconti con cui gli uomini hanno abitato il mondo. |