fin da ragazzi parker e jocelyn hanno condiviso tutto: letture, progetti, ambizioni letterarie. le alterne fortune degli esordi non hanno fatto che temprare un`amicizia apparentemente destinata a durare per sempre. perfino oltre l`improvviso successo di jocelyn e l`altrettanto rapido declino di parker. perfino nei mondi ormai irrimediabilmente antitetici delle loro mezze eta`: una famiglia numerosa, un lavoro da insegnante e pochi libri all`attivo, tutti dimenticati, in un caso; un matrimonio fallito, la fama, il bel mondo delle lettere, nell`altro. perfino allora, drasticamente separati dalla vita, parker e jocelyn restano inseparabili, , come amano ripetersi. fino al giorno in cui, nella splendida casa dell`amico, parker trova il dattiloscritto del suo ultimo romanzo. lo legge d`un fiato: e` il migliore che jocelyn abbia mai scritto, la porta di accesso alla posterita`. come resistere alla tentazione di diventare lui? del resto che cosa significa essere io, essere lui? secondo una prospettiva particolarmente cara ai romanzieri, ci ricorda mcewan nel saggio che compendia il volume, l`io non e` che , la . se la biografia si sdoppia, dunque - lo scrittore di successo versus l`everyman travolto dal quotidiano - anche il racconto che l`io ne fa si puo` sdoppiare, ed e` cosi che fra le pagine di un unico profumato romanzo viola si puo` consumare il crimine perfetto. |