eugenio borgna, nel corso della sua lunga carriera, ha incontrato molte vite: le ha incontrate in manicomio, in clinica, in ospedale, nel proprio studio. ha ascoltato la loro voce fragile e si e` fatto carico di paure, angosce e speranze. ha cercato di porre un argine al dolore attraverso il dialogo, l`ascolto, l`immedesimazione con l`altro. in queste pagine ricorda alcuni racconti clinici e lo fa sia con la razionalita` e la conoscenza del medico, sia anche con i sentimenti e il calore umano dell`uomo consapevole che la psichiatria, oltre ai farmaci, ha bisogno della comprensione, della vicinanza, del riconoscimento e anche della poesia se vuole guardare negli abissi insondabili dell`interiorita`. anna, francesca, maria teresa, elena, margherita, angela. nomi di fantasia che proteggono sei pazienti, o meglio, sei donne (e con loro altre donne) che provengono da differenti situazioni sociali e familiari, da diverse consapevolezze e gradi di verbalizzazione del se`, ma che condividono un comune sconforto, un comune male di vivere. c`e` francesca che vive la sua depressione all`ombra del senso di colpa per il suicidio di una persona cara. c`e` maria teresa che non riesce ad accettare la malattia incurabile dell`unica figlia. e anna che non conosce altro mondo al di fuori di una psicosi che sfalda spazio e tempo davanti ai suoi occhi. e ci sono margherita, angela, e la sorella valeria, prigioniere della dissociazione mentale. borgna si avvicina alle loro storie, - che potrebbero essere le storie di ognuno di noi, o di qualcuno vicino a noi -, con delicatezza e partecipazione, stando attento a rispettarne le parole ma anche i silenzi e le esitazioni. e interpretando conversazioni terapeutiche, diari e lettere da` vita a ritratti intensi, tratteggiati con una scrittura emotiva, capace, come nessun`altra, di cogliere le piu` profonde incrinature della mente e del cuore umano. |