walter bridge e` un avvocato ambizioso, che sente di dover dare sempre qualcosa in piu` alla sua famiglia: gioielli, vestiti, elettrodomestici, rispettabilita`. e per farlo sa di dover soprattutto pensare a lavorare, perche` funziona cosi` in america. ma non si rende conto in questo modo di creare una voragine dentro di se`, che lo separa giorno dopo giorno proprio dalle persone a cui vorrebbe fare del bene. dopo aver raccontato con amara tenerezza mrs bridge, evan s. connell ci mostra l`altro lato della storia. e scopriamo che accanto a quella donna ferita c`e` un uomo apparentemente crudele ma, nel suo cuore, tormentato dalle stesse paure. walter g. bridge ama la moglie - e`, insieme alla segretaria e alla domestica che a cena gli allieta il palato, la donna piu` importante della sua vita - ma in fondo, non essendo un poeta, non e` tenuto a dirglielo. e poi mancano anche le occasioni: lo studio legale lo assorbe completamente. per fortuna, in casa, la divisione dei ruoli e` chiara: a lui il sostentamento, alla moglie l`educazione della prole. se ci sono da prendere decisioni difficili, pero`, e` pronto a intervenire pronunciandosi con l`autorita` e l`eloquenza che gli appartengono. se necessario, puo` anche citare lincoln. e bene infatti che i figli imparino l`importanza delle regole fin da piccoli, perche` il lassismo sfocia nel caos sociale. di fronte a certe intromissioni statalistiche, dice lui, e` giusto rivendicare la propria liberta`. saranno pure i tempi del proibizionismo, ma al suo drink al rientro da una giornata di lavoro mr bridge non intende affatto rinunciare. chi demonizza gli alcolici e` un parruccone. deve capirlo anche la figlia, che con il suo silenzio sembra rimproverargli l`incoerenza: non vorra` mica condannare la madre perche`, ogni tanto, si concede un bicchierino di sherry? e cosi`, a forza di saggi insegnamenti, i figli crescono e lasciano casa, mentre le stanze si riempiono di argenteria. la routine dei coniugi e` spezzata solo da un vi |