narratives of empire e` una vera e propria controstoria dell`america, dagli albori della repubblica statunitense fino al secondo dopoguerra, composta da sette romanzi: "burr", "lincoln", "il candidato", "impero", "hollywood", "washington d.c.", "l`eta` dell`oro". suscitando allo stesso tempo feroci polemiche e grandi consensi, questi volumi hanno accompagnato lo scrittore gore vidal per oltre trent`anni. la saga narra l`evoluzione degli stati uniti da piccolo stato provinciale e culturalmente arretrato a impero globale dominante in ogni ambito, compresa la cultura, intrecciando episodi e personaggi reali e d`invenzione. protagoniste sono due famiglie discendenti dal figlio illegittimo del vicepresidente aaron burr - noto per aver assassinato alexander hamilton, il fondatore del federalismo americano. e con "l`eta` dell`oro" che ricominciamo la pubblicazione di quest`imponente opera. ambientato tra il 1939 e il 1954, quando l`egemonia americana e` al suo apice, e` l`ultimo volume della serie e, come tutti gli altri, costituisce un romanzo a se`. racconta, fra le tante, la storia di caroline, ex attrice e giornalista, peter, intellettuale irriducibilmente radical, e tim, regista tormentato ma in fin dei conti "integrato", delle loro vicende personali di fortuna e disgrazia, di amore e morte, del loro modo di interagire con i vertici della politica e dell`arte - l`altro grande tema del libro, che vede sfilarne tutti i protagonisti, compreso gore vidal, personaggio di se stesso. pagine di grande tensione, nelle quali l`autore sostiene tesi scomode - in particolare una, su pearl harbor - e nelle quali i confini tra storia, letteratura e critica sociale si fanno labili. vidal, del resto, ha piu` volte citato la celebre battuta di tolstoj: . |