uno e` l`idolo delle ragazzine, con la sua chioma bionda fluente e il corpo scolpito. sul campo e` impassibile, concentrato, pronto a cogliere il minimo errore dell`avversario. elegante e composto, e` un fondocampista e rappresenta il meglio della tradizione tennistica. l`altro e` bruno, dal ghigno feroce, e capriccioso come i suoi ricci fanno pensare. ama il rock, frequenta lo studio 54, conosce warhol e mick jagger. e bizzoso sul campo e il suo gioco e` imprevedibile, e` un fantasista nato. se, come ha detto qualcuno, il primo, bjorn borg, e` il concilio vaticano ii, allora l`altro, john mcenroe, e` la rivoluzione francese. non possono essere piu` distanti, eppure hanno molto in comune: sono grandissimi campioni e sono entrambi eretici, fuori dall`establishment, per personalita` e innovazione. sono due magnifici nemici, e come spesso accade tra nemici, sono complementari e quindi necessari l`uno all`altro. il 1980 e` l`anno in cui la loro rivalita` raggiunge l`apice regalando agli appassionati due match epocali, la finale di wimbledon e quella degli us open. quando il 5 luglio si affrontano per giocare la prima attesissima partita, il pubblico sugli spalti e milioni di persone nel mondo stanno col fiato sospeso, come se sapessero che quell`incontro sta per segnare la storia dello sport, al pari di certi leggendari incontri di boxe, come ali contro frazier. sulla linea di fondo, borg, concentratissimo, non stacca gli occhi dall`avversario. mcenroe tende il busto verso l`alto e si appresta a servire. la tensione corre. la battaglia dei giganti sta per cominciare. |