rivoluzionario e controrivoluzionario, individualista e comunitario, cosmopolita e nazionalista, realista e fantastico, retrogrado e utopista, ribelle e malinconico, democratico e aristocratico: il romanticismo sembra davvero un enigma indecifrabile che sfugge a ogni possibile definizione. a tal punto che un noto critico americano non ha esitato a invitare i critici letterari a sbarazzarsi di un termine che da` adito a un cosi` gran numero di irritanti contraddizioni. l`invito, pero`, e` caduto nel vuoto. anzi, a parere della maggior parte degli studiosi, il fatto che da secoli si parli di romanticismo deve corrispondere a una qualche realta`. il problema sorge, tuttavia, quando si tratta di cogliere questa realta`, di indicare la fonte che alimenta il romanticismo e lo fa dilagare in ogni direzione. e di cui parla cari schmitt, l`abbandono a un lirismo caratterizzato da un`assoluta ? oppure e` la versione ottocentesca dell`eterna ribellione tedesca contro l`eredita` occidentale>, ribellione che poi ha condotto al nazismo? o, al contrario, e` ? o, infine, e` una mera corrente letteraria che riunisce ? ognuna di queste ipotesi svela, per gli autori di questo libro, un`importante lacuna: non essere un`analisi globale del fenomeno che consideri tutta la sua vera estensione e tutta la sua molteplicita`. le pagine che seguono si propongono percio` di colmare questa lacuna a partire da una definizione del romanticismo come weltanschauung o visione del mondo, cioe` come una struttura mentale collettiva. struttura mentale che puo` esprimersi in svariati ambiti culturali: non solo in letteratura e nelle altre arti, ma in filosofia e in teologia, nel pensiero politico, economico, giuridico, in sociologia e in storia ecc. struttura che fa del |