alle 6,30 del 27 febbraio 1931 il trillo violento del duplex manda all`aria uno dei sogni piu` belli, con tanto di fiammante fiat 521 coupe`, fatti dall`ispettore ottaviano malossi, 32 anni, sposato da cinque, ufficiale della polizia di stato nella questura centrale di firenze. dall`altro capo del telefono il collega vannucci gli dice che e` atteso alla stazione dagli agenti della ferroviaria. con una certa urgenza, visto che c`e` di mezzo un morto. il tempo di trangugiare l`orzo riscaldato dalla sera prima nel buio del cucinino, salutare la moglie, inforcare la bicicletta, che malossi si ritrova al cospetto degli agenti e poi su un treno diretto a calenzano dove, riverso sulla massicciata, sul lato esterno della linea che scende da prato, giace il cadavere del morto in questione. vestito in maniera seria ed elegante, il morto porta i chiari segni di una caduta: tracce di polvere biancastra sulla schiena, uno strappo alla cucitura della manica sinistra, un altro strappo all`altezza del ginocchio destro. il volto e` quello di un uomo anziano e ben curato, capigliatura candida, pizzo lungo e folto. gli uomini accorsi per primi sul posto lo guardano con un`espressione di timore mista a reverenza. nel sole accecante del mattino malossi non tarda a scoprire il perche`. le tessere della milizia volontaria e del pnf contenute nel portafoglio del morto mostrano generalita` da far tremare i polsi: graziani andrea, nato a bardolino di verona, il 15 luglio 1864, luogotenente generale della milizia volontaria per la sicurezza nazionale. un caso spinoso, dunque, per cui bisogna fare presto, trovare i colpevoli, se ve ne sono, ma soprattutto consegnare quanto prima il corpo dell`eroe agli onori che la patria vuole tributargli. resta da chiarire, pero`, come graziani sia finito riverso al suolo sulla scarpata opposta a quella di marcia del treno su cui viaggiava: si e` suicidato, spiccando un balzo fuori dal portello, oppure qualcuno, prima dell`alba, lo ha spinto con violenza giu |