nella francia di filippo il bello e del processo contro i templari, un gruppo di autori, appartenenti alla cancelleria reale parigina, elabora una personificazione del male e della tirannide, affidandola ad una figura di cavallo, fauvel. originata da obiettivi precisi (difendere la stabilita` e l`integrita` del regno di francia e del suo assetto sociale ripartito idealmente nei canonici), l`invenzione rinvia contemporaneamente a termini generali, che, su uno sfondo universale, vedono fauvel in lotta contro fortuna, figlia di dio. entrano allora in conflitto due diversi modelli del mondo: una concezione intitolata al , che raccorda intorno agli elementi di una sfera culturale chiusa, si oppone ad una concezione del , che funziona nei suoi riguardi come , aperto e distruttivo della sua chiusura. di notevole interesse risulta tuttavia il modo con cui viene costruito questo , che trova il proprio centro e motore in fauvel: attivando cioe` una serie di emblemi, ripresi dalla cultura dell`epoca, come da quella folclorica e popolare (tali l`uso del colore o il ricorso a maschere malefiche e irridenti), che fanno del fauvel uno dei testi piu` singolari della letteratura allegorica medievale. |