il nuovo libro di massimo ammaniti e` una riflessione sulla terza e quarta eta`, e piu` in generale sulla vecchiaia, stimolata anche dalle testimonianze di ottantenni e novantenni protagonisti della vita culturale e politica del nostro paese (come andrea camilleri, raffaele la capria, aldo masullo, mario pirani, alfredo reichlin, luciana castellina, angela levi bianchini) che ora raccontano di come e quanto e` cambiato il loro modo di vivere i sentimenti e le esperienze propri della vita di ogni essere umano: la famiglia, l`amore, l`amicizia, il senso del tempo, i sogni, il desiderio, i ricordi, i lutti. ammaniti ci mostra che non lasciarsi sopraffare dalla rabbia e dal rancore, non ripiegarsi su se stessi, ma continuare a coltivare affetti, interessi e passioni, a rimanere agganciati al presente e a fare progetti per il futuro, magari condividendo in modo partecipe quelli di figli e nipoti, e` il segreto per far si` che la vecchiaia non corrisponda al tetro stereotipo di periodo di inquietudine e sconforto, di abulia e rassegnazione, insomma di vuota attesa della morte. come l`anziano professor borg, l`indimenticabile protagonista del film "il posto delle fragole" di ingmar bergman, anche le persone intervistate rivisitano la storia della propria vita per rintracciare il filo rosso che l`ha attraversata e, con esso, la direzione e il significato del percorso compiuto. cosi` la dimensione anagrafica ed esistenziale della vecchiaia ritrova la sua verita`, quella di una stagione indubbiamente difficile, irta di insidie fisiche e psicologiche, di paure e di perdite, ma che, se affrontata accettando la propria condizion |