g.k, chesterton era incapace di introdurre anche solo una traccia di moderazione in cio` che faceva - si trattasse di alimentarsi, naturalmente, ma anche di attivita` per lui ancora piu` naturali, come leggere, scrivere o parlare. e cosi` quando decise di raccontare attraverso una serie di ritratti - da bentham a carlyle, da dickens a hardy - l`eta` vittoriana;, di cui lui stesso era una specie di ultimo, umorale testimone, scrisse questo libro unico e prezioso: una grande satira, che e` anche un infinito atto d`amore. una pagina dopo l`altra, l`intelligenza irrequieta e inclassificabile di chesterton () riporta in vita uno dei grandi momenti della letteratura come l`abbiamo conosciuta, e come continuiamo ad amarla: lasciando spesso graffi, se non piccole ustioni, sulla nostra coscienza di vittoriani postumi, benche` in larga parte inconsapevoli. |