"non e` facile amare franti, e` piu` facile espellerlo dalla scuola, il maestro di enrico bottini lo fa. niente di straordinario. la scuola e` cosi`, perde continuamente ragazzi. e il suo modo di affacciarsi sull`abisso della disuguaglianza e ritrarsi. ci stiamo ritraendo anche noi, di nuovo, dopo una stagione in cui abbiamo fatto a franti molte promesse: un mondo che potesse contenerlo, una scuola che lo inglobasse dandogli un`istruzione di qualita` elevata, una comunita` che mettesse a frutto la sua infrazione per vedersi e criticarsi. all`intelligenza diffusa e insoddisfatta che noi stessi abbiamo allevato, spesso malamente, reagiamo come in cuore: quando essa non si lascia abbracciare, la allontaniamo impauriti e disorientati. con la differenza che de amicis, dopo lo sforzo di combinare una macchina narrativa che avesse una qualche coerenza di fronte alla disuguaglianza e allo sfruttamento, scavalco` i bottini e si fece socialista a suo modo, onestamente, nel 1891. noi invece, che ormai non sappiamo offrire altro ai diseredati del pianeta se non l`ingerenza del manesco garrone o una solidarieta` elemosinante e piena di tatto, sembriamo tornare ai bottini. l`infrazione franti ci appare ingovernabile, come ai padri e ai figli di cuore." (dall`introduzione di domenico starnone) |