il 31 luglio 1954 achille compagnoni e lino lacedelli piantarono il tricolore sulla vetta del k2, la seconda montagna per altezza dopo l`everest. il successo italiano fu il risultato di una spedizione organizzata nel migliore dei modi possibili. e il merito fu del professore ardito desio, che in queste pagine racconta che cosa significasse, negli anni cinquanta, progettare la conquista di un ottomila inviolato, quali furono le fasi, i costi e i vantaggi di una spedizione cosiddetta "pesante", ovvero con decine e decine di portatori e quantita` ingenti di materiali, per poi far arrivare in vetta due uomini: lacedelli e compagnoni. un formidabile lavoro di squadra, dunque, che tuttavia sollevo` polemiche infinite che segnarono la vita di altri partecipanti, primi fra tutti, il grande walter bonatti, allora poco piu` che ventenne che rischio` la vita per la vittoria comune, ma non pote` raggiungere il piu` ambito traguardo di un alpinista: arrivare per primo in cima a una montagna inviolata. |