che ci racconti del "truco", grazie al quale i giocatori, dimesso l`io abituale, diventano "criollos" che "vogliono spaventare la vita a grida"; o di coltelli che cercano i sentieri della morte e del chileno, signore dell`insolenza, che si dissangua a terra; o dell`origine del tango, la cui patria sono gli angoli delle case rosate dei sobborghi, la protervia domenicale del guappo e il chiasso delle popolane sui portoni; o di una notte serena capace di rivelare miracolosamente il "senso reticente o assente dell`inconcepibile parola eternita`"; o della felicita`, che "non e` meno sfuggente nei libri che nella vita"; o del metodo insospettabile e segreto con il quale cervantes suscita nel lettore "una reazione di compassione e perfino di collera di fronte alle infinite iniquita` che affliggono l`eroe"; o, infine, delle differenze fra lo spagnolo degli spagnoli e quello della conversazione argentina, il borges di questo libro giovanile, ripudiato e ora finalmente ritrovato, e` gia`, inconfondibilmente, il grande borges. e solo apparente e` l`"aria enciclopedica e guerrigliera", giacche` tre direzioni cardinali lo governano: "la prima e` un sospetto, il linguaggio; la seconda e` un mistero e una speranza, l`eternita`; la terza e` questo godimento, buenos aires". |