una giovane donna, di cui non conosciamo il nome, e` sotto processo con l`accusa infamante di aver ucciso la madre. l`imputata pero` non si difende, non parla, ascolta, riflette e, soprattutto, ricorda. e cosi` che il lettore, attraverso il suo lucido flusso di coscienza, viene man mano a conoscenza delle circostanze che l`hanno portata all`omicidio. con profondita` e acutezza slavenka drakuli ci accompagna nel cuore del rapporto madre-figlia, nei meccanismi di dipendenza, attaccamento e identificazione. e allo stesso tempo con la sua lingua vorticosa risucchia il lettore nel mondo della violenza famigliare e del suo rigoroso silenzio, lo pone di fronte alla paura del giudizio sociale e alla vergogna provata dalla vittima che ama il suo carnefice e preferisce ucciderlo piuttosto che denigrarlo. un viaggio che sembra senza fine ne` speranza e che forse ha un`unica via d`uscita, quella che pagina dopo pagina la protagonista ci permette di comprendere... |