si assiste, in quest`ultimo scorcio della storia biblica del popolo ebraico, a un vertiginoso incalzare di eventi, come se tutto fosse contagiato da un`accelerazione incontrollata. dall`ingresso in terra promessa sotto la guida del taciturno ma bellicoso giosue` alle prodezze di giudici e condottieri, dall`istituzione di un`imperfetta monarchia allo scisma nazionale, dall`esilio babilonese alla strabiliante avventura della regina ester, ogni cosa avviene secondo un ritmo ben diverso da quello che anima le storie precedenti, dove i patriarchi e le tribu` si muovono in un mondo lento come il passo dei cammelli nel deserto. qui tutto cambia, in primo luogo perche` dominano i fatti di sangue e di guerra; ma anche nei rari periodi di pace c`e` come un`ansia, una frenesia, che produce un veloce susseguirsi di accadimenti, con i protagonisti che sembrano in preda alla fretta di dire, di fare. persino l`epopea del grande salomone e` una rapida sequenza di immagini da cui emerge un sovrano ambivalente, grandioso e meschino al tempo stesso, sapiente e insieme terribilmente incauto. le contraddizioni che dominano l`intero corpus di racconti sembrano qui moltiplicate, ingigantite fermo restando lo sforzo continuo, e a volte sovrumano, di intravedere la mano di dio e la sua parola nelle aporie della storia, in cio` che non e` dato capire. una storia piu` avvincente che mai, certo piu` imprevedibile che in passato. |