una mattina di maggio del 1945 tre (o quattro) partigiani si presentano col mitra sullo stomaco in un villino zona fiera di milano alla caccia d`un ufficiale della repubblica sociale (o forse di tre), lo scovano, segue un ampio scambio di vedute, e se ne vanno. da questo aneddoto domestico, sincronizzato bene o male ai grandi eventi della storia, si dipanano settant`anni di ricordi di un fratello quindicenne, confusi ma puntigliosi, affidati come sono agli "intermittenti soprusi della memoria": il nero-sangue e il gelo della guerra, la triste farsa di sognarsi eroe, poi il "passaggio dalla parte del nemico" (iscrizione al pci), e poi ancora un titubante far parte per se stesso; e il rapporto di reciproca protezione con il padre fascista; e la famiglia "feudale" della strana mamma; ma anche una collana di amori malriposti, le letture, il teatro, la musica, il calcio, gli amici. testa e cuore pero` non fanno che tornare a quella mattina di maggio, a quell`ipotesi sospesa, a quell`eccidio mancato. cosi`, nel tentativo di fare i conti con i propri fantasmi, vittorio sermonti ci regala un libro sconcertante, tracciato nella forma di una lunga canzone d`amore per un tu che ha smascherato molti di quei fantasmi del "narrator narrato", e gli da` ancora la voglia di vivere: un libro che e` anche la cronaca minuziosa di un paese e di un interminabile dopoguerra... |