corrispondente da parigi per il "new yorker", adam gopnik ripercorre i cinque anni trascorsi nella "ville lumie`re" insieme alla moglie martha e al piccolo luke. esplora e osserva la citta` fin nei suoi angoli piu` intimi, cogliendo appieno la dicotomia tra la pomposita` della cultura ufficiale (che si materializza in un invasivo apparato politico-burocratico, oltre che nella perenne tendenza all`astrazione) e la "piu` splendida civilta` dei luoghi comuni mai esistita": quell`amalgama unico e irripetibile creato dai cafe`, dai parchi, dai musei, dalla luce sui tetti e dalla ritrosa cortesia degli abitanti. o dalla cucina intesa come un rito che ha inizio con la spesa mattutina. in pagine pervase dall`ironia e dalla sottile tensione tra due culture che si guardano con sospetto e attrazione, l`autore di una casa a new york ci fa riscoprire una citta` romantica, ingarbugliata, fragile, ma anche moderna, concreta e, soprattutto, orgogliosamente viva. |