"balzac sembra un oste, joyce il contabile di un`impresa di pompe funebri, eliot il direttore di una clinica psichiatrica, e heinrich mann un farmacista che abbia appena deciso di avvelenare i suoi concittadini senza eccezione": sono le considerazioni suggerite alla szymborska dalla lettura di un piccolo dizionario degli scrittori di tutto il mondo. o meglio: dall`apparato iconografico, giacche` e` su quello che si e` concentrata tutta la sua attenzione. difficile immaginare un recensore piu` idiosincratico, inaffidabile, parziale. e piu` irresistibile. le sue, d`altro canto, non sono neppure recensioni: piuttosto, letture "non obbligatorie", rapporti di un`impagabile lettrice amatoriale. che ad ogni libro che le capiti fra le mani - libri che altri disdegnerebbero, del genere il guinness dei primati del cinema - sa guardare da un`angolatura che ci spiazza e ci conquista. chi se non la szymborska ammetterebbe, con disarmante franchezza, di aver colto, nei sette stati della materia, solo qualche frase, e saprebbe poi trasformare la sconfitta in una geniale riflessione sullo snobismo di chi coltiva "l`antica aspirazione a sapere tutto, sia pure a grandi linee"? |