da tre settimane costretta in ospedale per le complicazioni post-operatorie di una banale appendicite, proprio quando il senso di solitudine e isolamento si fanno insostenibili, una donna vede comparire al suo capezzale il viso tanto noto quanto inaspettato della madre, che non incontra da anni. per arrivare da lei e` partita dalla minuscola cittadina rurale di amgash, nell`illinois, e con il primo aereo della sua vita ha attraversato le mille miglia che la separano da new york. alla donna basta sentire quel vezzeggiativo antico, "ciao, bestiolina", perche` ogni tensione le si sciolga in petto. non vuole altro che continuare ad ascoltare quella voce, timida ma inderogabile, e chiede alla madre di raccontare, una storia, qualunque storia. e lei, impettita sulla sedia rigida, senza mai dormire ne` allontanarsi, per cinque giorni racconta: della spocchiosa kathie nicely e della sfortunata cugina harriet, della bella mississippi mary, povera come un sorcio in sagrestia. un flusso di parole che placa e incanta, come una fiaba per bambini, come un pettegolezzo fra amiche. la donna e` adulta ormai, ha un marito e due figlie sue. ma fra quelle lenzuola, accudita da un medico dolente e gentile, accarezzata dalla voce della madre, puo` tornare a osservare il suo passato dalla prospettiva protetta di un letto d`ospedale. li` la parola rassicura perche` avvolge e nasconde. ma e` nel silenzio, nel fiume gelido del non detto, che scorre l`altra storia. |