genny ha sedici anni e lavora in un bar dalle parti di via toledo; gli piace giocare a pallone e fare il buffone sul motorino. perche`, dicono gli amici, come lo porta lui, il mezzo, non lo porta nessuno. tania di anni ne ha quindici, va ancora a scuola e dorme in una stanza che "tiene il soffitto pittato di stelle"; le piacciono le scarpe da ginnastica rosa e i bastoncini di merluzzo. la madre di genny "ha quarant`anni, forse pure qualcuno in meno, ma il viso e` segnato da certe occhiaie scure che la fanno sembrare piu` vecchia"; passa le giornate a fare gli orli ai jeans: venti orli ottanta euro; ogni tanto si interrompe, prende le carte e fa i tarocchi; e ogni tanto, quando non riesce a respirare, si attacca all`ossigeno. la madre di tania fa la poliziotta, ha un corpo asciutto, muscoloso, e vicino all`ombelico "la cicatrice tonda di quando l`hanno sparata"; ed e` una che se qualcosa va storto non esita a tirare fuori la pistola. un sabato pomeriggio, in una strada del vomero, le vite di genny e di tania si incrociano in modo tragico: e una madre decide di fare giustizia. a modo suo. come gia` in "dieci" con quella scrittura spigolosa e incalzante che riesce, e` stato scritto, "a riattivare cio` che giace inerte nel linguaggio collettivo e privato", andrej longo ci racconta una certa napoli, e gli uomini e le donne che la abitano: protervi e feriti, crudeli e generosi. |