cinquecento giorni trascorrono, nella vita di napoleone bonaparte, tra il crollo dell`impero, l`esilio all`elba, i cento giorni e la partenza, infine, per sant`elena. al loro inizio c`e` un tentativo di togliersi la vita, a fontainebleau, nelle stanze vuote di un palazzo vuoto da cui tutti si sono prudentemente allontanati, lasciando solo l`imperatore in disgrazia. alla fine, ancora la tentazione di un suicidio, sul vascello inglese che lo conduce, ormai prigioniero, a sant`elena. in mezzo, un tempo per cosi` dire intermedio - 500 giorni non sono ne` pochi ne` molti - scandito da scelte obbligate: partire, restare, combattere, fuggire. scelte che si sbaglierebbe a immaginare rivolte solo alla vittoria, o peggio alla rivincita. esse sono, piu` spesso, dettate, al contrario, dall`idea della sconfitta, dall`incubo del congedo. come uscire di scena e`, per napoleone, in questo finale di partita, molto piu` importante che restare a tutti i costi sul palcoscenico. come uscire di scena, rendendo per sempre indimenticabile cio` che egli ha fatto nei giorni della fortuna, evitare di negarlo con un comportamento poco appropriato, fare che la propria vita, e la storia che in essa si e` scritta, non perda di significato, come molti, troppi, intorno a lui vorrebbero fare e provare a fare in quei lunghi, brevi 500 giorni. |