ben prima dell`invenzione del microreticolo metallico, efesto nell`"odissea" forgiava "catene impossibili da frangere, sottili come fili di ragnatela", catene che "nessuno avrebbe potuto notare, neppure un dio, tanto erano ingannevoli". ben prima degli studi di maxwell sul tempo di rilassamento dei liquidi, lucrezio intui` che molecole di lunghezza differente scorrono con tempi differenti. anche gozzano, in una delle sue poesie piu` belle, descrive con precisione l`imprevedibilita` di una crepa, oltre che la vilta` di un giovane pattinatore di fronte a una donna innamorata. e questo molto prima che i matematici dimostrassero - anche attraverso il gioco della vita l`impossibilita` assoluta di predire l`evoluzione di alcuni sistemi. "ahime`, non mai due volte configua il tempo in egual modo i grani!" scrive montale: non e` forse questa l`entropia? e borges sa - forse meglio dei neuroscienziati - che "aver saputo e aver dimenticato il latino e` un possesso, perche` l`oblio e` una delle forme della memoria." la poesia arriva prima? forse. d`altra parte, pero`, il linguaggio degli scienziati e` fatto spesso di analogie, esattamente come quello dei poeti. la poesia e la scienza, ci spiega l`autore vagabondando tra un secolo e l`altro, non sono opposte, non lo erano alle origini e non lo sono oggi, che si concepiscono entrambe come tensione alla conoscenza del mistero del reale. |