e il 1942 a lisbona. un uomo osserva attentamente una nave ancorata nel tago, poco distante dalla banchina. al vivo bagliore delle lampadine scoperte, sull`imbarcazione si sbrigano le operazioni di carico. si stivano carichi di carne, pesce, conserve, pane e legumi. come tutti i piroscafi che, in quei tumultuosi giorni del 1942, lasciano l`europa per l`america, la nave sembra un`arca ai tempi del diluvio. un`arca incaricata di porre in salvo una gran folla di disperati, di profughi inseguiti dalle acque fetide del nazismo che hanno inondato da un pezzo germania e austria, e gia` sommerso amsterdam, bruxelles, copenaghen, oslo e parigi. anche l`uomo che la contempla e` un profugo, senza alcuna speranza, pero`, di raggiungere new york, la terra promessa. da mesi i posti sulla nave sono esauriti e, oltre al permesso di entrata in america, all`uomo mancano anche i trecento dollari del viaggio. sarebbe certamente destinato a perdersi e dissanguarsi nel groviglio dei rifiutati visti d`entrata e d`uscita, degli irraggiungibili permessi di lavoro e di soggiorno, dei campi d`internamento, della burocrazia e della solitudine, se la sorte non venisse in suo aiuto. un uomo, che non ha l`aria di un poliziotto, lo approccia e in tedesco gli dice di avere due biglietti per la nave ancorata nel tago. due biglietti che non gli servono piu` e che e` disposto a cedere gratis a una sola condizione: che il futuro possessore non lo lasci solo quella notte e sia disposto ad ascoltare la sua storia... |