Tutto era cominciato con una improvvisa sensazione di vertigine, accompagnata da "un intenso e molesto calore alla gola". Poi, in seguito al ripetersi delle crisi, aveva consultato vari medici, l`ultimo dei quali gli aveva consigliato di prendere nota di che cosa aveva fatto, e mangiato, prima di ogni crisi. In quegli appunti, buttati giu` su un foglietto che nascondeva tra le pagine di un libro, aveva deciso di annotare anche altro: quello che sua moglie, a differenza di lui, non aveva mangiato. E, dall`appartamento collegato attraverso una scala a chiocciola con la cartoleria di cui sua moglie era la "padrona", aveva cominciato a spiarla, ad ascoltare le sue telefonate, a cercare delle prove. A volte quasi si vergognava di rimuginare quei vaghi sospetti: si amavano da cosi` tanto tempo, loro due! altre volte, invece, gli veniva voglia di "afferrarla per le spalle" e, guardandola negli occhi "come si guardavano quando si stringevano appassionatamente l`uno all`altro", dirle: "ho vissuto qui, con te, per quindici anni. Abbiamo fatto di tutto perche` i nostri due corpi fossero un corpo solo, perche` la tua saliva fosse la mia, perche` il tuo odore e il mio odore fossero il nostro odore. Ci siamo accaniti a far si` che il nostro letto diventasse il nostro universo... Dimmi la verita`". Ma sarebbe mai riuscito a formulare quella invocazione, a chiedere pieta`? |