in un sotterraneo di amsterdam vive un solitario, beeklam, circondato da statue. conversa con loro, evoca ricordi, perde "il controllo delle ore e della vita", esce di rado, per lo piu` di notte. e uno di "coloro che sono nati persi e debuttano dalla loro fine". ha lasciato presto il padre, per andare "a comperare statue". in lui, infanzia e vecchiaia si confondono. una precoce percezione dell`effimero sembra avergli impedito, da sempre, di credere che le cose possano avere una ragione. la sua sola attivita` e` una perenne, silenziosa cerimonia dedicata agli assenti. l`austero domestico che abita con lui, le statue stesse, l`acqua frusciante che lo chiama, dietro le pareti: sono le comparse di un teatro d`ombre dove il vuoto si veste sontuosamente di ogni apparenza. verso victor, suo domestico, e lampe, che era stato domestico del padre, beeklam sente un`oscura affinita`. cio` che li unisce e` almeno la "vocazione del ricordo" e il perverso piacere della rinuncia. su ciascuno di loro grava una sorta di eccentricita` metafisica, ciascuno conserva qualcosa dell`innocenza - e del furore - che e` delle persone totalmente sole. e un giorno beeklam abbandonera` le statue e i sotterranei, emergendone "come nelle fiabe, carico di anni". |