ernesto ragazzoni avrebbe voluto che sulla propria tomba fosse scritto: "d`essere stato vivo non gli importa". poeta dei buchi nella sabbia e delle "pagine invisibilissime", dell`arte giullaresca realizzata nella vita fuori dal testo, e` in un certo senso il testimone di questo "dramma giocoso in tre atti". come grottesco contrappasso, accanto a lui, bohe`mien anarchicheggiante e antimilitarista, agira` come in duetto un rigido ufficiale dei regi carabinieri. siamo nel 1901, tempo di attentati (il re umberto e` stato appena ucciso), e a pisa, terra di anarchia. al teatro nuovo si aspetta il nuovo re, per una rappresentazione della tasca di giacomo puccini. le autorita` sono in ansia: il tenore della compagnia "arcadia nomade", i cavatori di marmo carrarini convocati per alcuni lavori, gli stessi tecnici de teatro, sono tutti internazionalisti e quindi sospetti. e nell`ottusa paranoia dei tutori dell`ordine, perfino il compositore, il grande puccini, e` da temere tra i sovversivi. a scombinare ancor di piu` le carte e` l`intervento di quello stravagante di ragazzoni, redattore del giornale "la stampa". fatalmente l`omicidio avviene, proprio sul palcoscenico al culmine del melodramma, e non resta che scoprire se sia un complotto reazionario o un atto dimostrativo di rivoluzionari. o un banale assassinio... |