"la pittura, come la musica, non richiede traduzioni ma conoscenza delle tradizioni. la musica esige pero` d`essere suonata e quindi interpretata. la pittura e`. e alla percezione immanente l`infinita sua eredita` serve in modo eccellente. ha bisogno lei del percorso iniziatico ed esoterico che ogni persona che la guarda deve intraprendere da sola. questi piccoli testi, ma soprattutto queste immagini, ambiscono solo a essere compagni di viaggio." philippe daverio non parla mai di "storia dell`arte" e anche quando affronta, come in questo caso, artisti fra i piu` grandi della pittura internazionale, racconta delle "storie": eccentriche, trasversali, leggere o impegnate, note o mai sentite. il suo sguardo laterale ci fa vedere molto di piu`, ci concentra sui dettagli e ci rivela uno scenario piu` complesso e variegato di quello che tutti abbiamo imparato a scuola. dettagli biografici, microstorie sociali, temi iconografici, curiosita` legate a un capolavoro diventano cinquanta itinerari nella pittura, esercizi di stile e di curiosita`, una narrazione vivace e appassionata che apre la mente a nuovi giochi e conduce su strade inesplorate. se nell`arte, come l`autore spiega nell`introduzione, si riflette un pezzo della nostra anima individuale, guardando queste opere, leggendo le sue parole, apprendiamo anche qualcosa di piu` su noi stessi e sulla nostra storia: l`arte del passato "diventa un armadio della memoria nel quale trovare i diversi istrumenti che servono a stimolare la sensibilita` attuale". |