Non e` raro imbattersi in una favola. Ma non e` scontato che si tratti di una favola idilliaca, perche` e` proprio quando la narrazione si avventura nel fantastico che l`autore trova l`occasione per far emergere con forza la sua vena piu` caustica e dissacrante. E questa volta e` chiaro piu` che mai: "ho scritto una fiaba cattiva sul natale, perche` il natale e` una festa cattiva dove si scoprono i cattivi che fanno i buoni". Se con "una lacrima color turchese" ci aveva portato ad accettare lo straordinario, ovvero l`eccezionale scomparsa del bambin gesu`, fuggito dai presepi di tutto il mondo per provocazione, in questo suo ideale seguito si spinge ancora piu` in la`, sfidandoci ad accogliere il diverso. "Favola in bianco e nero" si apre, infatti, con la prodigiosa apparizione di due statuine del bambin gesu`, una con la pelle bianca e l` altra con la pelle nera, che si materializzano, inaspettatamente, allo scoccare della mezzanotte in tutte le case del mondo. La reazione che si scatena, pero`, e` piuttosto prevedibile, perche` tutti cercano di rimuovere la statuina di colore; del resto, la tradizione vuole che gesu` abbia la pelle bianca, nessuno e` in grado di tollerare una simile anomalia. |