al centro di questo romanzo si staglia - occhiuta, dispotica, orgogliosa - una figura femminile tra le piu` memorabili delle tante che simenon ci ha regalato: quella della signora pontreau. vedova, con tre figlie, barricata in una sprezzante e dignitosa miseria, la vediamo, in una delle prime scene a cui assistiamo, spingere giu` dalla finestrella del granaio, con implacabile freddezza, il genero paralizzato da una crisi di epilessia. la morte di quel buono a nulla, di quell`inutile biondino dalle gambe molli, le consentira` di mettere le mani su una parte della proprieta` e di riprendere un saldo controllo sulle figlie. ma sullo sfondo, delirante e minacciosa, c`e` un`altra donna, una vecchia domestica a ore, che forse ha visto, che forse ha dei sospetti, e che potrebbe parlare, o ricattarla. perche` tutto sia soffocato, perche` una greve cappa di silenzio scenda sulle vittime e sui colpevoli, e perche` ogni cosa, il paese come la grande casa dalle finestre sprangate delle pontreau, ripiombi in una calma sinistra, il prezzo da pagare sara` altissimo ma soprattutto occorreranno altre vittime. con la crudele esattezza che e` soltanto sua, simenon ha ritratto una societa` arcaica e ripiegata su stessa, in cui e` il potere delle donne a decidere della vita e della morte. |