adela e sonja: due figure di donna e due destini che non si potrebbero immaginare piu` diversi. la prima, negli anni trenta, conduce un`agiata esistenza accanto ai genitori nella loro villa in riva al fiume, intrecciando con un insigne poeta un ingenuo e appassionato carteggio sull`arte, la musica, la bellezza; la seconda, ai giorni nostri, lavora nella stessa casa come badante al servizio di un vecchio signore dispotico. ma non e` stato un caso a condurla li`, perche` adela e sonja sono madre e figlia; e tra le loro vicende, come tragica cesura e insieme incancellabile trait d`union, e` intervenuta la catastrofe della guerra e delle persecuzioni razziali. la memoria storica e quella famigliare si intrecciano nel lungo cammino che sonja deve compiere alla ricerca del proprio passato, e le lettere della madre, intercalate alla cronaca delle sue giornate, scandiscono il lento precipitare dalla normalita` all`incubo. mentre si prende cura del padrone accompagnandone il progressivo regredire verso l`infanzia, sonja apprende da queste lettere il destino della madre: la deportazione in un campo di sterminio, la "salvezza" pagata con i servigi prestati in un`altra casa, dalle imposte perennemente chiuse, che gli aguzzini definiscono con atroce ironia "la casa della gioia", l`impossibile ritorno, dopo quella degradazione estrema, alla normalita` di una vita borghese... se esiste una speranza di riscatto, e` affidata alla memoria e alla compassione di chi viene dopo o forse... |